Buona Pasqua con un testo di Nicola Moscardelli

Publié le par antonio

Fra Angelico Donne al sepolcro

         A voi tutte e tutti che mi fate la gioia di venire du questo blog regolarmente o solo di tanto in tanto auguro una Buona Pasqua con questo bellissimo testo di Nicola Moscardelli.

         Nicola Moscardelli era profondamente credente e questo traspare evidentemente dal testo che vi propongo. Tuttavia per la forma poetica utilizzata e per le potenti immagini che Moscardelli propone alla nostra riflessione, esso puo’ essere di piacevole lettura e di proficuo stimolo intellettuale anche per i non credenti.

 

         Di nuovo BUONA PASQUA e bella Pasquetta sperando che il tempo migliori per accompagnarci in una magnifica scampagnata, come da tradizione.

 

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                                                    PASQUA

 

                Nacque Cristo nella stalla oscura, ma in tutta la terra quella notte balenarono fuochi, e le stelle tremarono.

                Oggi rinasce perché tutto rinasce.

                Mentre parlava al popolo sul monte o in riva al mare, tra il fragore del vento o dell'onde aveva detto spesso che la parola è simile al seme il quale si getta nella terra e si ricopre perché vi muoia, ed anzi se non muore è come se non vi fosse mai gettato.

                Così il corpo di Lui salvatore è stato dato alla terra e dalle nozze tra il suo corpo e la terra rinasce immortale.

                 Risorge Cristo e risorge la terra.

                L'ora che passa è la più bella fra quante ne segna il corso dell'anno; cielo e terra non sono più divisi, ma uniti dal canto degli uccelli. dal profumo dei fiori, dall'empito della luce rinata.

                Come il canto del gallo eccita l'aurora così la resurrezione di Cristo eccita la primavera,

                La pietra che chiude il sepolcro si rivolta nel tempo stesso in cui le zolle s'aprono alle radici anelanti la luce.

                Si muovono i succhi nelle rame, si scioglie il sangue nelle vene, ogni cosa è legata all'altra da una legge delicata e forte come il primo filo d'erba e il primo raggio del sole nuovo, ed anche i pensieri dell'uomo si destano dal letargo invernale e mettono l'ali simili alle crisalidi che cominciano a tramutarsi in farfalle.

                Una medesima armonia guida costellazioni e pensieri: un medesimo flutto riga i fianchi del monte e del corpo: sacra è ogni boccia che s'apre come il sepolcro che si vuota,

                Se nella natura tutte le stagioni non sono che preparazione alla stagione della messe, poiché tutto concorre ad essa e tutto da essa dipende, nella vita di Cristo tutto mira all'ora della Resurrezione.

                Dopo la cena con l'ultima promessa e l'ultimo ammonimento, dopo l'arrivederci ai discepoli, mentre il fato si compieva in una successione di attimi ciascuno dei quali traeva seco un mondo, ecco la crocifissione e la morte.

                L'ombra vela la Terra, il tempio è squarciato, e lo sbigottimenlo occupa l'animo di tutti.

                Sembra che le leggi terrestri ed umane abbiano avuto il sopravvento: sembra che anche il Messia abbia dovuto sottostare al peso della terra, e ognuno di quel peso sente una parte sulle proprie spalle e di quell'ombra un velo sulla propria anima.

                Il peso del mondo s'accresce, per tre giorni, del peso di tutte le speranze troncate, Ma è una pausa oscura come quella che precede il divampare del fuoco.

                Dopo tre giorni la luce torna.

                La prima favilla tocca Maria: le altre toccano i discepoli, ed infine la luce si diffonde con lo stesso silenzioso giubilo dei fiori rinati.

                È questo un inno alla luce e alla gioia, un canto che dalle più umili erbe legate alla terra fino all'allodola ebra di cielo è cantato nella stagione che precede la messe, leggera, aerea stagione in cui la terra ritrova l'originaria levità e splendore.

                Il sole in questo tempo torna tiepido come il sangue dell'uomo e pare di vedervi disciolti gli enigmi come nell'onda del fiume i ghiacci spezzati.

                Ciascuno di noi rinasce nel tempo stesso che Cristo risorge. L'impeto del suo volo trascina con sé quanto di noi è puro e imperituro: restano in terra le nostre spoglie mortali come il nido che pende dal ramo quando l'uccello ha migrato.

                Cristo che venne a predicare e ad attuare la luce è assunto in cielo tra un nimbo di luce: il ricordo della sua ultima dimora terrestre è un ricordo circonfuso di luce.

                Tra le aride pietre del Monte Calvario germinarono quel giorno i fiori: e così sul nostro cuore arido e tetro nasceranno pensieri d'amore il giorno che esso sarà della pietra men duro.

 

Tratto da: Legrazie della terra

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M
<br /> C'est un souci de santé qui m'empêche de visiter les blogs pour l'instant.<br /> <br /> <br /> Bonne fin de soirée Antonio et à très bientôt, j'espèère !<br /> <br /> <br /> Maite<br />
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